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Una volta individuata una reale opportunità di mercato, si posiziona l’azienda in maniera che possa competervi, sia come prodotto, sia come prezzo, sia come immagine.
Il brand positioning attiene alle decisioni con le quali l’impresa si impegna a occupare con la propria offerta uno spazio unico e ben definito nella mente dei potenziali clienti.
Un esempio di brand positioning da me gestito ha portato a cambiare completamente l’immagine di una grossa cantina cooperativa che è passata dall’essere, all’epoca, il più grande produttore di vino sfuso in una certa regione al più grande produttore di vini biologici d’Italia, con la conseguente creazione di linee di vini che, con la giusta immagine e con un prezzo coerente, si sono ritagliati una quota di mercato ben definita.
Talvolta le aziende hanno già tutto: il giusto prodotto, la giusta immagine e il giusto prezzo. Talvolta invece non è così: bisogna intervenire sul prodotto o sul listino o sull’immagine. A volte su tutto. Come nella fase di consulenza direzionale bisogna analizzare il mercato, le sue evoluzioni e gli attori principali (marketing analitico) e pianificare azioni strategiche per occupare una determinata quota di mercato fidelizzando i propri clienti (marketing strategico). Vanno poi valutati gli aspetti produttivi e il risultato finale e l’azienda deve porre in essere tutte le azioni volte ad ottenere la propria quota di mercato (marketing operativo).
Una volta identificato il prodotto lo si deve vestire in maniera adeguata (l’etichetta è il venditore silenzioso): bisogna comunicare nel packaging e con tutti gli strumenti a disposizione (brochure, web, social, linguaggio, radio, tv, stampa, fiere, eventi etc) il proprio posizionamento ai propri clienti target. Affianco le aziende nella definizione della strategia di comunicazione e nella selezione delle aziende e/o agenzie più adatte alla divulgazione del messaggio.
Tutto comunica, anche il valore assegnato ad un prodotto o servizio. Il listino, naturalmente, dev’essere adeguato al valore del prodotto e, soprattutto, tenere conto di tutti i costi diretti e indiretti che vanno a ricadere sul prodotto (capita, talvolta, che non sia così). Bisogna tenere conto dei costi di promozione, siano essi gli sconti che si riconoscono in un determinato canale, i costi delle campionature da inviare ai clienti o agli opinion leader, la corretta gestione dei social o un vero e proprio ufficio stampa o marketing, giusto per fare qualche esempio.